Orfeo 2.0, a baRock opera
Orfeo 2.0, a baRock opera

Di C. Monteverdi/M. Toni, 

direzione e cembalo Massimiliano Toni, 

Ensemble La Terza Prattica, 2010 (Contributo Banca Popolare di Novara)


Orfeo 2.0 a baRock opera

Mantova, 24 Febbraio 1607, il selezionato pubblico della corte dei Gonzaga si trova di fronte ad un’opera che proietta la musica contemporanea nel futuro, un’opera che apre il linguaggio

musicale ad infinite possibilità: l’Orfeo di Claudio Monteverdi, l’inizio della fortunata storia dell’Opera in musica.

Come affrontare L’Orfeo di Monteverdi oggi? Nelle nostre mani la sola partitura: le note, il testo e qualche accenno di orchestrazione…Dove è il problema allora? Provate a pensare al jazz senza le registrazioni discografiche: conosceremmo meno del 10% delle note suonate dal vivo dai più grandi jazzisti di tutti i tempi. Ebbene, la partitura di Monteverdi non ci dice nulla di tutte le note

improvvisate dagli organisti, dai clavicembalisti, dagli arpisti, dai chitarristi e dai liutisti dell’Orfeo, e soprattutto, dai cantanti!

Sebbene la filologia aiuti a farci un’idea di questo repertorio, sono sicuro che l’ascolto diretto, grazie ad una macchina del tempo, ci lascerebbe scioccati. Come svuotare le nostre orecchie e la

nostra memoria musicale affinché quella musica suoni ancora nuova, rivoluzionaria e CONTEMPORANEA? Per un musicista classico è quasi doloroso prendere atto della dura realtà: un

concerto rock, pop o jazz ha una potenza comunicativa infinitamente superiore a qualsiasi esecuzione moderna di repertorio antico, nonostante l’estrema bellezza dei testi e la maestria dei

compositori. 

L’ispirazione per Orfeo 2.0 a baRock Opera è nata al Festival di Aix-en-Provence 2007. Durante le interminabili prove sceniche improvvisavo dei ritmi e delle armonie moderne su questa musica

antichissima, incredibilmente, i cantanti cantavano meglio; certe melodie “strane” e contorte non lo erano più. Da qui l’idea di allargare l’esperimento, e narrare la Favola di Orfeo con suoni nuovi, alla ricerca del moderno nell’antico. Dal Blues al Rock al Jazz-Rock, dal Progressive al Post-Punk, passando per il Rock Sperimentale e il New-Progressive: tutti questi stili si adattano benissimo alle melodie modali dell’Orfeo, anzi, dopo 400 anni di musica tonale, sono ancora più moderne.

Perché eseguire l’Orfeo di Monteverdi in questa forma? La risposta è nelle emozioni e nella comunicazione di queste emozioni attraverso l’esecuzione musicale. C’è qualcosa di incredibilmente commovente, di magico e potente, nella musica di Monteverdi, che non ho ancora ascoltato in nessuna esecuzione moderna. Questa energia va liberata attraverso un modo di cantare nuovo, inserito in suoni e ritmi nuovi e attuali. In questo modo una musica “vecchia” di 409 anni, arriva direttamente alle orecchie al pubblico di ogni età, soprattutto giovani, e viene ascoltata senza filtri intellettuali, come le canzoni di un musical. 

Non pretendo che Claudio Monteverdi sia d’accordo, ma sono sicuro che saprebbe riconoscere la passione che ispira l’esperimento, una passione tutta accesa dalla grandezza della sua musica.

Massimiliano Toni

created by 

Massimiliano Toni


Orfeo Enea Sorini

Euridice/La Messaggera/Speranza. Hersie Matmuja

La Musica/Proserpina/Ninfa Francesca Lombardi Mazzulli

Caronte/Plutone Federico Sacchi

Pastore/Spirito Jorge Juan Morata

Pastore/Spirto Oskar Verhaar

Pastore/Spirto Florian Goetz



l’arte del mondo Barokorchester


konzertmeister

Werner Ehrhard 


orfeo’s band

Edoardo Maggioni, Alex Canella, Tommaso Caccia, Fabio Longo, Francesco 


lighting designer and visual concept

Jean-Paul Carradori


sound engineer

Oscar Mapelli




Conducted and arranged by

Massimiliano Toni




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